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LA GABRIELLA E LE RAGAZZE. STORIE DI TINA ANSELMI

«…i problemi possono essere affrontati, se si partecipa alla loro soluzione…»

Marca trevigiana, notte tra l’8 e il 9 dicembre 1977.
Lina e Irene sono due filandine che scelgono di occupare la filanda in cui lavorano – o meglio, vengono sfruttate – fino all’approvazione da parte del Parlamento della cosiddetta Legge Anselmi (9 dicembre 1977), che sancisce finalmente la parità salariale tra uomo e donna.

L’occupazione si presenta così come l’occasione per raccontarsi e, soprattutto, raccontare il ruolo di Tina Anselmi nella storia della Repubblica Italiana. Lina, dura tempra da sindacalista, nel corso dello spettacolo rivela alla più giovane collega di essere arrivata in Veneto portata dai tedeschi durante l’occupazione degliultimi mesi di guerra, di aver lavorato per necessità come prostituta in un bordello locale e di essere stata salvata proprio da Tina Anselmi.
Irene, più giovane e “semplice” (il suo pesante accento veneto ne è evidente segnale), è invece intrappolata in un matrimonio con uomo violento che non trova il coraggio
di lasciare (anche e soprattutto a causa della disparità salariale, che le impedisce di mantenere lei e il figlio piccolo).
I racconti delle loro vite sono accompagnati da una presenza ricorrente: Tina Anselmi, amica e compagna di lotta di Lina, che con il suo impegno politico e sindacale incarna la speranza in un futuro migliore.

Un testo scritto con leggerezza e ironia, sullo sfondo delle prossime lotte del 1978 e della loro affascinante colonna sonora, che mescola temi universali a specificità locali (accenti, luoghi, mestieri) per raccontare Tina Anselmi e la sua importanza nelle conquiste civili e sociali della Repubblica Italiana.

Lo spettacolo si prefigge di far conoscere la figura di Tina Anselmi e il suo concreto impegno a favore delle donne, della loro tutela e della loro inclusione nel discorso politico, civile e sociale al fine di ispirare il giovane pubblico. In un’epoca in cui i temi sulla parità di genere sono all’ordine del giorno, non possiamo dimenticare una delle donne che in Italia ha aperto la strada a questa rivoluzione di pensiero e farne un esempio di coraggio e determinazione da emulare per il bene comune.
Tina Anselmi è stata una figura di spicco nella storia italiana, non solo come politica ma anche come simbolo di emancipazione femminile.

Nata il 25 marzo 1927 a Castelfranco Veneto, la sua vita è stata un percorso di impegno civile e politico che ha inciso profondamente nella società italiana.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, Anselmi si unì alla Resistenza italiana contro il fascismo, divenendo parte di quella schiera di donne la cui partecipazione fu cruciale ma troppo a lungo non adeguatamente riconosciuta. Dopo il conflitto, Anselmi si dedicò alla politica, diventando la prima donna a ricoprire la carica di ministro in Italia. Nel 1976, venne nominata Ministra del Lavoro e della Previdenza sociale, dimostrando un forte impegno verso l’uguaglianza e la giustizia sociale. Durante il suo mandato, si batté per i diritti delle donne e per la loro partecipazione attiva nella politica e nella società, riconoscendo la loro importanza nel processo di democratizzazione del paese.
L’impegno di Anselmi non si limitò al riconoscimento dei diritti politici, ma si estese alla tutela sociale e lavorativa delle donne. Tra le sue azioni più significative, vi fu l’introduzione di politiche per la parità di genere e il supporto alla legge per la parità di retribuzione tra uomini e donne. Anselmi ricordava spesso l’importanza della solidarietà tra donne, nonostante le diverse appartenenze politiche, condividendo un senso comune di lotta per l’uguaglianza e la giustizia.

PREZZO BIGLIETTO: POSTO UNICO € 15,00

BIGLIETTI DISPONIBILI A BREVE SU VIVATICKET E TICKETONE


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